Se nel corso della prima delle due giornate di Smart Cityness il tema principale era quello del comparto agroalimentare ed enogastronomico, in cui realtà diverse presentavano le proprie innovazioni e i progetti, la seconda sera del festival dell’innovazione nei territori e della collaborazione locale ha voluto mettere in campo i temi della cultura e della creatività, analizzando come da ciò si possa generare economia e contemporaneamente si possa rinnovare e migliorare il nostro territorio.

All’interno del focus tematico “Cultura e creatività per lo sviluppo dei territori” il moderato Sergio Benoni, direttore del nostro media partner Radio X, ha condotto una folta platea all’interno della Sala delle Mura in un viaggio tra le opere e le creazioni di Cagliari e della Sardegna, presentate da Daniele Gregorini, responsabile Area Arti e Creatività e Art Director per la Comunicazione di Urban Center, i cambiamenti e i progetti di San Sperate, con No Arte Paese Museo, e i grandi progetti di Parigi e dell’isola di Djerba con l’ospite franco-tunisino Mehdi Ben Cheikh della Galerie Itinerrance.

Ha introdotto l’argomento subito il creatore di una delle più grandi gallerie d’arte del mondo, Mehdi Ben Cheick, presentando i progetti e le idee che hanno portato alla creazione di Street Art 13 a Parigi, affermando come il «mettere insieme artisti con tantissimo seguito su internet permette il successo di un’iniziativa». Lo stesso percorso è avvenuto quando, nell’isola di Djerba son stati chiamati a raccolta i più famosi street artists del mondo, con lo scopo di rendere una piccola isola del Mediterraneo una vera e propria opera d’arte «Portare Street Artists da 5 continenti diversi a Djerba non è stato semplice ma alla fine i risultati sono stati positivi». Ma il segreto del successo di Djerba non è solo la fama degli artisti coinvolti, ma anche il grande coinvolgimento di tutta la popolazione, dagli anziani ai bambini che si son sentiti realmente parte integrante del progetto.

Con il microfono passato poi a No Arte Paese Museo, le immagini e le parole hanno portato i presenti tra le vecchie mura di San Sperate, per un viaggio che ha ripercorso la storia del paesino fin da quando i muri, pochi e grigi, si son trasformati in punti di riferimento artistico per l’intera Sardegna. Partendo dall’esperienza di Pinuccio Sciola, No Arte Paese Museo vuole portare avanti gli insegnamenti del Maestro, sperimentando nuove forme d’arte tra innovazione, sperimentazione, collaborazione e con un occhio sempre puntato verso le tradizione.

Gli interventi vengono chiusi da Daniele Gregorini, rappresentante di Urban Center, che ha presentato al pubblico tutti i progetti in cui l’associazione cagliaritana, organizzatrice e curatrice di Smart Cityness, ha fatto dell’arte un pilastro portante: dalla Galleria del Sale, la galleria d’arte contemporanea a cielo aperto della città di Cagliari, a Is Murusu de Santa Teresa, l’importante progetto di rigenerazione urbana, che ha visto la popolazione del quartiere partecipe con gli artisti, fino ad arrivare al progetto hOMe.
Presentato nel corso di una serata di musica e arte di venerdì 9 settembre, hOMe è un luogo di produzione, una sperimentazione, che ha permesso di realizzare le opere esposte in tutto il Ghetto degli Ebrei in occasione di Smart Cityness; ma non solo: hOMe è stato anche momento d’incontro tra imprese e #artisti verso un’economia creativa.

Una serata come quella del 18 settembre, dopo i tanti progetti creativi e artistici presentati, non poteva che chiudersi con un momento in cui tradizione e innovazione si incontrano, si fondono e fanno nascere qualcosa: Massimo Congiu, con le launeddas, e Neeva, con la musica elettronica, hanno infatti intrattenuto il pubblico per una perfetta conclusione della seconda serata di Smart Cityness!