La prima conferenza della seconda giornata di Smart Cityness si apre con quella che potrebbe sembrare un’azione molto semplice: “dall’orto alla tavola”. Un’immagine facile da visualizzare per tutti ma che in realtà presenta molte sfaccettature: gli aspetti da prendere in considerazione, da studiare e analizzare con attenzione sono quelli sociali, economici, tossicologici degli alimenti che sono parte fondamentale della nostra società e rappresentano la nostra principale fonte di sostentamento.
Il moderatore della tavola rotonda, il professor Alberto Angioni dell’Università degli Studi di Cagliari, spiega come il concetto di alimentazione sia cambiato notevolmente nel corso degli anni. Dagli studi, si è potuto rilevare come questo cambiamento di approccio nei confronti del cibo e del modo di alimentarsi sia stato influenzato profondamente dalla modificazione degli stili di vita, dai ritmi e dalle necessità. Da una parte si sente si cerca di prestare maggiore attenzione alla qualità degli alimenti che dal campo raggiungono le nostre tavole, una qualità che comprende la garanzia di sicurezza, la rintracciabilità e le caratteristiche importanti per capire cosa stiamo consumando; dall’altra, la vita frenetica a cui siamo costretti oggi, ci spinge a preferire un consumo maggioritario di cibi pronti, facili e veloci da preparare che non ci fanno perdere tempo utile e prezioso ma che portano inevitabilmente ad una rinuncia dei prodotti genuini. La tradizionale dieta mediterranea sembra essere ormai obsoleta, non compatibile con i nuovi ritmi sociali, e la grande distribuzione ha ormai abituato la società a non rispettare l’orologio biologico degli alimenti.
I relatori hanno espresso, in una linea comune di obiettivi, intenti e progetti concreti, come l’esigenza imminente di tornare ad una produzione che rispetti i sistemi e le norme di salvaguardia ambientale che diano come risultato una gamma di prodotti di vera qualità e che siano sicuri per il consumatore. Si cerca di costruire una rete commerciale che metta in rapporto diretto il consumatore e il produttore, ricercando in quest’ultimo una preparazione che possa conciliare le conoscenze tradizionali e di base con le nuove tecnologie così da migliorare la produzione e il guadagno economico diretto e indiretto.
Aspetto non trascurabile, considerando la tradizione culinaria che caratterizza la nostra terra, è quello riguardante la valutazione della varietà dei prodotti e con diversi progetti impegnati nella valorizzazione dei prodotti autoctoni sardi utilizzando le fonti di energia rinnovabili, e sperimentando nuovi spazi e modi di produrre, come gli orti urbani ubicati all’interno delle scuole e delle città, che contribuiscono alla creazione di una nuova realtà sociale.
In questa nuova realtà non possiamo trascurare l’importanza del capitale umano e sociale ma soprattutto dei giovani, e qui la testimonianza di un giovane studente di agraria, Federico Puddu, rappresentante dell’associazione ASA, sottolinea quanto sia importante la formazione per i giovani che entrano oggi nella produzione alimentare, un’educazione intelligente che sia in grado di condurci verso una crescita fondata sulla conoscenza e sulla tecnologia.
La conferenza si chiude così con le sagge parole dello chef Daniele Aresu “i prodotti devono vivere di profumi”, indicando la via per vedere il cibo come un elemento sociale e come metodo per salvaguardare la nostra salute e il nostro benessere.
(Hanno partecipato: Martino Muntoni – Agenzia Agris; Massimo Planta – Associazione Terre Colte; Paolo Pilia – Primo Principio; Gianfranco Damiani – Amsicora 2020; Daniele Aresu – Chef; Federico Puddu; Associazione Studenti Agraria)
Silvia Fanzecco