Dopo la giornata inaugurale di sabato 17, nella mattinata di domenica 18 Smart Cityness ha riaperto le porte del Ghetto degli Ebrei a Cagliari per la seconda e ultima giornata di questa sua terza edizione.

L’expo, che fin dalle prime ore d’apertura ha fatto registrare un alto numero di partecipanti curiosi di conoscere ed entrare in contatto con le realtà presenti all’interno, ha rappresentato un ideale corridoio fatto di arte e artigianato, prodotti locali e istituzioni del territorio sardo capaci di creare reale valore aggiunto alla Sardegna.

Insieme all’expo nella mattinata di Smart Cityness i laboratori hanno continuato il loro percorso: partecipazione e coinvolgimento con l’Hackathon, curato da Need for Nerd in collaborazione con il Contamination Lab dell’Università degli Studi di Cagliari, che ha visto la partecipazione di 40 studenti universitari impegnati nella realizzazione di un app innovativa che rispondesse alle particolari esigenze degli espositori; e ancora, la scoperta e la mappatura di artigiani e produttori locali curata da Nordai nelle sale dell’arco, che ha visto 10 partecipanti apprendere l’importanza e l’utilizzo degli open data.

Entrambi i laborati – così come i workshop di Cagliari Incompiuta e del team Niu – hanno poi presentato, a conclusione del festival i risultati e i lavori portati avanti.

Nella Sala delle Mura, area che nel corso della due giorni ha ospitato il main event, ha visto susseguirsi le presentazioni delle migliori soluzioni in materia di smart community, rigenerazione urbana, sharing economy e modelli collaborativi, progetti in rete all’interno del Forum dell’InnovazioneTerritori Collaborativi”.

Realtà come: Associazione IC – Officine Permanenti, Associazione Carovana, QualityFind, Università degli Studi di Cagliari, Casa Verde 2.0, Recoh – Cohousing, Rivos – Coworking, ACLI Cagliari, e Sospy hanno presentato davanti ad un folto e interessato pubblico le proprie innovazioni e la propria idea di collaborazione per creare insieme un territorio interconnesso.

Queste presentazioni hanno poi trovato concretezza nel laboratorio “Smart community e rigenerazione territoriale” curato da Open Hub, in cui i partecipanti son stati coinvolti in un processo volto a creare interazione e conoscenza reciproca ma anche a far delineare una serie di priorità e di prospettive per le realtà di quest’economia nascente.