MANIFESTO SMART CITYNESS ENERGIA

Cancellare le barriere all’autoproduzione.
È nell’interesse generale spingere verso l’autoproduzione elettrica e termica con scambio nella rete:
Ossia la realizzazione di edifici, quartieri e distretti produttivi che riescono, attraverso impianti termici ed elettrici puliti, a prodursi l’energia di cui hanno bisogno e a scambiarla localmente o con la rete. Perché questa strada diventi possibile occorre liberare l’autoproduzione di energia da barriere, dalle tasse e fare scelte e investimenti oculati verso una generazione più efficiente e integrata con impianti di accumulo.
Deve diventare vantaggioso per imprese, enti Locali, cooperative, sviluppare progetti per la produzione di elettricità e calore da fonti energetiche rinnovabili nella gestione di condomini, case, uffici, attività produttive.
Per realizzare questo cambiamento occorre un intervento normativo che renda possibile il superamento di barriere e divieti oggi anacronistici e che chiarisca i termini tecnici per questi nuovi contratti (sistemi efficienti di utenza, reti interne di utenza).
Sarebbe ipocrita continuare a parlare di impegno dell’Italia per gli obiettivi europei sulle rinnovabili e nel contempo fermare queste innovazioni. Servono regole più chiare e trasparenti che permettano di dare certezze agli interventi integrati nel territorio, compatibili con l’ambiente e il paesaggio, semplificando le autorizzazioni per gli impianti più piccoli e chiarendo vincoli e valutazioni per quelli più grandi.
L’incertezza delle procedure è ancora oggi una delle principali barriere in Italia alla diffusione degli impianti da fonti rinnovabili.
L’articolazione regionale delle Linee Guida e dei regolamenti comunali deve fare chiarezza sui temi più delicati d’inserimento degli impianti rispetto alle risorse naturali e al paesaggio.
Promuovere un nuovo mercato elettrico.
Le rinnovabili possono oggi competere sul mercato attraverso innovazioni delle regole che vadano nella direzione dell’aggregazione della produzione in ambiti territoriali omogenei. Per queste ragioni va consentita la stipula di contratti a lungo termine con consorzi e aggregazioni di impianti solari, eolici, da biomasse, possibilmente in cogenerazione termica, per superare le oscillazioni della produzione.
E’ assurdo che in un Paese come l’Italia il solare termico (una tecnologia a basso costo e di grande efficienza) sia così poco diffuso quando oggi può essere integrato nella produzione di acqua calda e riscaldamento delle abitazioni, in particolare al Sud.
Investire nelle reti energetiche può dare un futuro alla generazione distribuita, in prospettiva di una più efficiente gestione, che aiuti l’interscambio con la rete e l’accumulo per utenze e attività nella prospettiva della smart grid.
Solo così sarà possibile spingere gli impianti da fonti rinnovabili capaci di garantire la domanda di picco – quindi non legati a oscillazioni nella produzione – e flessibili nella gestione in funzione della richiesta della rete – quindi biomasse e biogas, pompaggi idroelettrici, sistemi ad aria compressa, altre tecnologie sperimentali.

 

Continuare nella crescita delle rinnovabili
Introdurre nuove regole per la valutazione dei progetti da fonti rinnovabili per uscire da una situazione di totale incertezza che non offre alcuna garanzia di trasparenza per i territori coinvolti e neanche per gli imprenditori onesti.
Intervenire con politiche di semplificazione per gli impianti di piccola taglia (fino a 20 kW), con procedure unificate, perché diventi un atto semplice e per questo gratuito.
Spingere l’autoproduzione di energia da parte dei Comuni. Elevando a 5MW lo scambio sul posto per impianti da fonti rinnovabili e in cogenerazione ad alto rendimento, consentendo alle amministrazioni comunali, per gli impianti da fonti rinnovabili di cui sono proprietari e a copertura dei consumi delle proprie utenze, di poter utilizzare la rete elettrica con l’esonero dall’obbligo di coincidenza tra punto di immissione e prelievo dell’energia scambiata con la rete e da quello di pagamento degli oneri di rete e di sistema.
Consentire agli Enti Pubblici di utilizzare la rete pubblica per creare vantaggi nell’interesse generale.
Aprire alla produzione e vendita di energia prodotta da fonti rinnovabili da parte di cooperative e imprese ad utenze poste nello stesso ambito comunale. Oggi una piccola impresa o una cooperativa non possono in Italia produrre energia e venderla ad utenze poste nelle vicinanza e neanche dentro un distretto industriale.
Superare queste barriere, consentendo che l’energia elettrica e termica prodotta da impianti fino a 5 MW da fonti rinnovabili e in cogenerazione ad alto rendimento, possa essere venduta nello stesso ambito comunale attraverso contratti di vendita come quelli già esistenti per i Seu Sistemi Efficienti di Utenza, dove è consentito ma a un solo soggetto. In questo modo diventerebbe possibile per cooperative e imprese l’installazione di nuovi impianti con l’obiettivo di soddisfare i fabbisogni di cittadini con chiari vantaggi economici e ambientali.
Rivedere il sistema di incentivi alle fonti rinnovabili per correggere i problemi delle aste e dei registri, introducendo regole che premino il revamping degli impianti esistenti.
Reintrodurre un sistema di incentivi in conto energia per la sostituzione di coperture in amianto con tetti fotovoltaici fondamentale perché sono in attesa di bonifica circa 50mila edifici pubblici e privati e 100 milioni di metri quadrati strutture in cemento amianto.
Introdurre un sistema di incentivi per le famiglie e le piccole e medie imprese per impianti fotovoltaici sui tetti integrati con sistemi di accumulo.

Documento liberamente estratto da “Comuni Rinnovabili 2015” – LEGAMBIENTE
Elaborato da Antonello Gregorini – Gaia Ingegneria
Foto di Carlo Modoni e Cristiano Corti